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Liberati-dalla-disinformazione

L’Unione Europea ha pubblicato a gennaio 2024 un nuovo “Rapporto sulle minacce legate alla manipolazione informativa e all’interferenza straniera”, analizzando 750 casi di manipolazione delle informazioni nel 2023.

Scorri per scoprire quali Paesi, Organizzazioni Internazionali e persone di interesse pubblico sono stati maggiormente colpiti – secondo il Rapporto – da episodi di disinformazione.

Per maggiori informazioni, consulta il rapporto

Con oltre 5 miliardi di utenti attivi all’inizio del 2024, pari al 62,3% della popolazione mondiale, i social media svolgono un ruolo cruciale nel diffondere informazioni e connettere le persone in tutto il mondo. Possono avere un importante impatto nei processi di amplificazione o contrasto della disinformazione.

Esistono molti fenomeni che amplificano la diffusione della disinformazione.

Tra questi, il clickbait è una strategia adottata per stimolare gli utenti a fare un numero maggiore di click ad una notizia, spesso falsa. Scopri di più su RaiPlay.it

Nella ricerca dell’informazione online è fondamentale verificare l’autenticità dei siti.

Esistono molti siti contraffatti, i cosiddetti Doppelganger, che sembrano autentici ma sono in realtà dei cloni di spazi d’informazione e media company ufficiali, nati per diffondere le fakenews. Scopri di più su RaiPlay.it

L’utilizzo sempre più massivo dell’intelligenza artificiale IA ha portato alla creazione di contenuti multimediali, video o audio, altamente realistici, spesso capaci di far sembrare che una persona stia dicendo o facendo qualcosa che non è effettivamente accaduto. Chiamati comunemente deepfake, portano con sé tematiche etiche e comunicative ancora da risolvere. Diffondere i deepfake sui social media e in rete è un possibile modo per veicolare informazioni false o manipolate.

La Farnesina si impegna a promuovere una riflessione sul tema dell’alfabetizzazionedigitale, per informare gli utenti sui pericoli che queste tecnologie portano con sé. Scopri di più su RaiPlay.it

chatbot sono programmi automatizzati in grado di simulare una conversazione realistica con un utente. L’intelligenza artificiale IA rende questi strumenti sempre più sofisticati, permettendo a chi li utilizza a fini non leciti di renderli un potenziale veicolo di fakenews. Scopri di più su RaiPlay.it

Hai mai sentito parlare di debunking e prebunking?

Il termine debunking indica un meticoloso lavoro di smascheramento e confutazione delle notizie e affermazioni false. Questo può svolgersi attraverso l’uso corretto dei principali motori di ricerca, controllando – con azioni di factchecking – contenuti, notizie, immagini e video.

L’attività di debunking non è, tuttavia, sempre sufficiente. È possibile adottare un approccio di tipo preventivo che prende il nome di prebunking o teoria dell’inoculazione: informare le community su alcuni esempi di disinformazione permette di fornire i mezzi per riconoscere il fenomeno della disinformazione. Scopri di più su RaiPlay.it

Lo sai che esiste un processo di raccolta, analisi e utilizzo di informazioni provenienti da fonti aperte e accessibili al pubblico per fare luce sulla diffusione delle fakenews in rete? Si tratta dell’open source intelligence (OSINT), una metodologia di aggregazione dei dati realizzata da un movimento globale di giornalisti e attivisti per contrastare la disinformazione. Scopri di più su RaiPlay.it

L’Unione europea ha adottato il DigitalServicesAct e il “Codice di Buone pratiche sulla Disinformazione” volti a prevenire attività illegali e dannose online e la diffusione della disinformazione, regolamentando intermediari e piattaforme online.

Le piattaforme social sono tenute a rispettare diverse policy per contrastare i fenomeni di disinformazione. Misure che, tuttavia, non sono a volte sufficienti. Ogni individuo può segnalare proattivamente i post che sembrano sospetti a causa del loro contenuto o dell’autore. Per maggiori informazioni

L’Italia crede in un approccio “whole-of-society”. Il contrasto della disinformazione non è solo uno sforzo governativo, ma richiede il contributo di tutti: Istituzioni, social media, cittadini.

Ognuno di noi può adottare semplici azioni quotidiane per contrastare questo fenomeno: verificare il contenuto, le fonti e l’immagine, mettere in discussione i preconcetti e segnalare attivamente le notizie false o fuorvianti.

Anche tu puoi contribuire a evitare la diffusione della disinformazione: pensa prima di “condividere” un contenuto!